OKINAWA INTERNATIONAL MOVIE FESTIVAL # 7 : INTERVISTA CON GACKT (KARANUKAN)

Mentre arriva all’Okinawa International Movie Festival per presentare il suo nuovo film: Karanukan di Hamano Yasuhiro, GACKT ha accettato di rispondere alle nostre domande. Un incontro con la leggenda!
GACKT. Chi è lui? Ma soprattutto cos’è GACKT? A metà degli anni ’90, il gruppo di Visual Kei, Malice Mizer adotta un nuovo cantante che divenne istantaneamente l’altra grande figura del gruppo. Questo giovane cantante, è GACKT. La sua presenza nel gruppo lo farà esplodere nella fantasia popolare giapponese come un essere vampiresco con un volto impassibile. Ha iniziato la sua carriera solista dove si è affermato attraverso i suoi album e collaborazioni al cinema come un personaggio misterioso e incantevole. Gioca con la sua immagine, e riflette sul suo personaggio nella cultura pop giapponese durante gli anni 2000, costruendo il mito di GACKT al di fuori del suo aspetto. Il suo fisico colpisce Hideo Kojima o Tetsuya Nomura che non mancheranno di rendergli omaggio integrandone il viso su uno dei personaggi della saga Final Fantasy. Al contrario, GACKT è nello spirito del pubblico giapponese, ma anche nel mondo: senza saperlo, probabilmente avete già visto il suo volto negli ersatz che ha riempito in Giappone. La leggenda di GACKT lo precede, si dice che avrebbe poteri paranormali o che sarebbe venuto da altri tempi. L’antico cantante di Malice Mizer è come un mito moderno tra Marylin Manson, Mylène Farmer e Prince. Si adatta a ogni tendenza e tutti gli stili da vent’anni, senza negare il gesto barocco all’origine della sua popolarità della sua immagine. In Karanukan, GACKT ritorna sulla sua isola nativa, per rivelare un po’ del mistero che la circonda … O forse no.

Kephren Montoute.

EstAsia: Perché hai scelto Karanukan per il tuo ritorno al cinema, dopo una lunga pausa di 14 anni nella tua carriera di attore?
A dire il vero, non ho mai fermato la mia carriera di attore. Ho continuato con i dramma per la televisione, ma la mia attività principale è la musica. Avevo molte offerte per i film, ma in realtà i calendari non corrispondevano. Per motivi di produzione non ho potuto partecipare e ho dovuto rimandare molte offerte. Ma in questo caso, con Karanukan, la proposta è arrivata subito dopo un tour e la tempistica è stata perfetta per me. Questo è stato uno dei motivi per cui ho potuto accettare. Ma sono nato anche a Okinawa e mi sono chiesto cosa potessi fare per Okinawa e i suoi abitanti come nativo dell’isola. Soprattutto questo è stato un punto molto importante che mi ha convinto a partecipare a questo progetto.

The Japan Times: Quindi sei nato a Okinawa. Quando sei tornato, ti sei sentito nostalgico?
Non mi sentivo nostalgico. Cerco sempre di tornare a Okinawa almeno una volta l’anno. Ma questa volta ho fatto questo film nel nord di Okinawa e anche nelle isole del Sud, specialmente ad Iriomote. Questi sono luoghi che hanno mantenuto le tracce dell’Okinawa storica. Sono scene che ho potuto vedere quando ero bambino. Tutta questa atmosfera mi ha ripreso nel mio passato a Okinawa. Infatti, sono andato a Iriomote per la prima volta nella mia vita per questa riprese e sono stato davvero colpito dalla sua bellezza.

Billboard: Hai partecipato a film di Hollywood e film giapponesi. Quali sono le differenze tra queste produzioni?
Nei film americani, specialmente a Hollywood, la produzione è enorme e il budget è molto grande rispetto alle produzioni giapponesi, dove il calendario è molto stretto in termini di filmati. A causa di questa differenza, le cose sono più difficili qui. Ma questo non significa che non mi piace lavorare alle produzioni giapponesi. Mi piace il fatto che la gente cerca di fare del suo meglio da questo ambiente e con budget limitato. Amo lavorare con queste persone. Quindi ci sono veramente persone di talento. Ma quando guardo l’industria cinematografica giapponese nel suo insieme, ho l’impressione che i profitti siano bassi. E semprepeggio. Trovo che sia molto preoccupante. Penso che il governo giapponese dovrebbe portare più sostegno alle industria dell’intrattenimento, non solo per i film, ma anche per la musica. Un aiuto più attivo sarebbe una cosa buona.

EastAsia: Ti vedi come cantante / musicista che a volte fa un film o è una vera carriera per te?
Quando guardo profondamente in me stesso, non mi categorizza come musicista o attore. Non divido in una di queste caselle. Mi vedo come espressionista: esprimo le cose, non sono né un attore né un musicista. In questa prospettiva, mi chiedo come esprimere queste cose: con la musica, o con la recitazione? Questa è la differenza. Non faccio scelte di carriera basate su questa distinzione. In realtà, non sono personalmente interessato ad essere un attore in Giappone. Se devo farlo, vorrei farlo al di fuori del Giappone. Ma le offerte non sono così numerose e anche quando arrivano, i miei impegni non mi permettono di accettarli.

The Japan Times: Reciti in Karanukan con l’attrice debuttante Suzuka Kimura. Cosa ne pensi della sua performance?
Se Karanukan fosse in un film classico, con l’uso di un classico giapponese, sarebbe stato più difficile per lei, visto che è il suo primo ruolo. Ma in questo film interpreta una ragazza di Okinawa. Lei usa il suo accento e il suo dialetto. Quando parla, la sua intonazione è diversa e funziona bene in questo contesto. Come principiante, credo che possa diventare matura e diventare un’attrice importante.

Billboard: Gli dei e gli spiriti sono molto presenti nel film. Quali sono le tue credenze?
In passato, molti giornalisti mi hanno chiesto questa domanda. In Giappone, abbiamo molte religioni, ma è abbastanza vicino per non essere religiosi. In altri paesi, non esistono poche persone che non credono in ciò che le religioni insegnano, come il Cristianesimo, l’Ebraismo, l’Islam o il Buddismo, tra gli altri. Mentre in Giappone, sono molto pochi. Anche se i tuoi genitori sono religiosi, i bambini non sanno cosa credere. Okinawa è davvero unica. La mia famiglia crede che i membri deceduti della famiglia diventino dei, e che debbano essere venerati. L’altra religione celebra la natura. Quindi abbiamo queste due concezioni in Okinawa: venerare gli antenati o la natura. Quindi abbiamo degli dei nell’acqua, nell’oceano, nelle montagne… Avere un rapporto con questi dèi è molto naturale. È un po’ come essere grato per tutto ciò che ci circonda. Grazie a tutto ciò che ha, la bellezza è ovunque. La venerazione della natura non ha particolari teorizzazioni o riti ben definiti. Coloro che lo fanno semplicemente amano la natura e le montagne. Per quanto mi riguarda, quando ho tempo libero, mi piace andare in un luogo dove riesco a sentire la natura e godere del vento.

Billboard: attraverso questo film, hai potuto esprimere le tue credenze?
Pochi giapponesi credono veramente a questo tipo di credenze. Non ne parlo in pubblico perché sarebbe difficile capire cosa intendo. Ma ci sono occasioni per esprimere e spiegare ciò in cui credo. A volte parlo alle persone dicendo che devono apprezzare le cose nella loro vita. Negli Stati Uniti, gli ambientalisti impongono norme come il divieto di delfini o balene. Sono contro molte cose, ma in Giappone adorare la natura è qualcosa di diverso. Dobbiamo essere felici di ciò che abbiamo e apprezziamo la nostra vita.

 

Eat Asia: Il tuo personaggio condivide alcune di queste aspirazioni mitologiche. Erano presenti questi elementi nello script o li hai aggiunti?
Non credo che il personaggio del film sia così vicino al mio personaggio o alla mia personalità nella vita reale. Questo personaggio nel film è stanco di vivere in una grande città, anche se è diventato molto famoso e ha avuto successo nella vita. E’ stanco di tutto questo. Il suo viaggio verso Iriomote gli permetterà di trovare qualcosa che ha perso. Io sono una persona molto calma e non mi piacciono le grandi città. Ma non faccio davvero niente per andare in campagna. Quando ritorna a Iriomote, il personaggio del film si riconnette con qualcosa di essenziale, fondamentale. Comincia a lavorare la terra. Molti abitanti della città vanno a Iriomote e cominciano una nuova vita, per diventare agricoltori. Ma questo non significa necessariamente che siano stanchi di vivere in città più grandi. È come se il Giappone fosse malato. A Tokyo, le persone non sembrano più soddisfatte di niente, non sentono niente. Sento che la terra stessa è malata. Più avanzamenti tecnologici sono presenti, più le persone sembrano scollegate l’una dall’altra. Non esiste alcuna connessione tra cuore e cuore tra le persone. Le informazioni scorrono da una persona all’altra, ma non esiste alcuna comunicazione reale. La tecnologia si sviluppa, ma il cuore viene messo da parte. La gente capisce cosa sta succedendo, ma i loro cuori sono vuoti.

Intervista da Victor Lopez a Naha il 23/04/2017.
Traduzione (Francese): Eiko Mizuno-Gray
Foto di Elvire Rémand.
Grazie a: Momoko Nakamura, Aki Kihara et toute l’équipe du festival d’Okinawa.

Fonte: eastasia.fr

Traduzione: GACKT ITALIA Team

Traduzione © GACKT ITALIA